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Un nuovo 25 aprile

Ho letto con attenzione il post di Lorenzoni sulla giovane Greta Thunberg e sul ruolo della scuola nel futuro di questo pianeta. O meglio, sul futuro della specie umana nel pianeta perché è di questo che in realtà si parla. I cambiamenti climatici già in corso, nonostante quello che ne pensino i negazionisti, metteranno a repentaglio la vita delle società umane come le conosciamo, non la vita sulla terra.

Mi ha colpito soprattutto il passaggio

<<La ragazza non sta fondando una nuova scuola filosofica ma chiede, nel modo ultimativo che sanno avere gli adolescenti, un cambiamento radicale nel modo in cui la società si relaziona con la conoscenza. Chiede di svegliarci e di agire di conseguenza.
Chi crede nella funzione dell’educazione non può non interrogarsi su tutto questo. Forse, nelle nostre scuole dovremmo immaginare di fare qualcos’altro ogni venerdì, provando a ragionare con radicalità e senza bugie su quali pratiche e comportamenti siano compatibili con il futuro di un pianeta abitabile per tutti.
È una strada difficile, che appare quasi impossibile percorrere, ma le domande che pone Greta Thunberg sono ineludibili, perché mai con tanta evidenza come in questo caso capire è cambiare. E non cambiare vuol dire non aver capito, alla faccia del gran parlare di competenze. >>

ASL 2011/12

che evidentemente tocca un nervo sensibile in chi negli anni di docenza ha partecipato o direttamente avviato diversi percorsi di quella che oggi chiamano “educazione ambientale”, culminati nell’esperienza del perfezionamento energetico-ambientale con alternanza scuola-lavoro (di prima che diventasse un obbligo)attivo, ma purtroppo in via di estinzione, presso l’ex ITIS Einstein e nei percorsi ambientali del progetto EnergeticamenteVerdi.

Forse allora ripensare e attualizzare il 25 aprile nel XXI secolo può significare impegnarsi in quello che chiede la giovane Greta, per dare una speranza di libertà a questi giovani…

Meditiamoci e… buon 25 aprile!


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